Stefano Rossi nel 2006 in preda a un raptus di follia uccise a sangue freddo due persone
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Stefano Rossi, che il 28 marzo 2006 massacrò con decine di coltellate la studentessa 17enne Virginia Fereoli in un parco di Felino, nel Parmense, e poche ore più tardi uccise il tassista Andrea Salvarani con un colpo di pistola, si è suicidato. L'uomo si è impiccato nel carcere della Burla, dove era detenuto dal momento dell'arresto.
Il 3 febbraio del 2011 la Corte di Cassazione aveva definitivamente condannato Stefano Rossi all'ergastolo con isolamento diurno di due anni. Il suo legale aveva più volte chiesto che al giovane fosse riconosciuta almeno la seminfermità mentale. Nel 2006, Rossi uccise Maria Virginia Fereoli perché era stato respinto dalla studentessa. La ragazza sarebbe stata attirata nel parco allo scopo di assassinarla. L'omicida si era infatti portato dietro una pistola, un coltello e un nunchaku, due bastoni collegati alle estremità da una catena di ferro.
La vittima era stata prima strangolata, poi accoltellata a morte con una stilettata al cuore. In seguito Rossi aveva infierito con 470 coltellate sul corpo della ragazza, le aveva ricoperto il viso di sputi, le aveva sfilato scarpe e calzini, infilando questi ultimi sulle mani della vittima. Una volta giunto a Parma da Felino - gli aveva dato un passaggio un amico, poi accusato di favoreggiamento - Rossi chiamò il taxi di Andrea Salvarani e lo uccise con un colpo di pistola per rubargli l'auto, con cui tentò di fuggire. Poche ore dopo, però, si costituì ai carabinieri.